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domenica 24 marzo 2013

La composizione chimica della Luna

Le teorie correnti sull'origine della Luna parlano dell'impatto di un planetoide contro la Terra, a velocità relativamente bassa. L'impatto staccò una grande massa di magma dalla crosta terrestre, e spedì in orbita i detriti. Questo materiale si condensò poi a formare il nostro satellite. La teoria spiega gli aspetti chimici dell'affinità fra composizione isotopica delle rocce lunari e terrestri, troppo simili per poter ipotizzare la formazione della Luna in un'altra zona del Sistema Solare.
La Luna, si sa, è stata modellata da grandi impatti asteroidali, circa 3,5 miliardi di anni fa, mentre si stava raffreddando. Questi impatti hanno sfondato la crosta lunare, creando i cosidetti mari, che non sono altro che bacini riempiti di lava basaltica risalita dall'interno, a più riprese.
La superfice lunare è quindi fatta essenzialmente di anortositi, minerali relativamente leggeri (contenenti calcio, sodio, alluminio, silicio) che formano le montagne e gli altipiani lunari; e basalti, più pesanti e scuri, che formano i mari. Normalmente i basalti raccolti dagli astronauti delle missioni Apollo contengono inclusioni di gas, segno dell'attività vulcanica che li ha creati. Ecco due campioni:





La composizione delle rocce lunari è stata studiata molte volte, dal vivo grazie ai campioni raccolti e portati a terra dalle mssioni lunari, e dall'orbita lunare, tramite spettroscopia.
Da Terra è difficile fare cose del genere (specialmente con mezzi amatoriali), ma esaltando i colori di una fotografia si possono riconoscere le diverse zone. In particolare, i mari appaiono più rossastri o bluastri in funzione del contenuto di titanio nel basalto: blu se il contenuto supera il 7%, rossi se è meno del 2%, e poi via via per i gradi intermedi. Invece gli altopiani appaiono grigi, con le striature più chiare delle eiezioni ("eiecta") dagli impatti meteorici che hanno creato i grandi crateri recenti come Ticho.

Questa è una fotografia della Luna del 21 marzo, ripresa da Rivalta (TO). 106 pose di 1/640" a 400 ISO, poi addizionate con Avistack2 e processate con Registax6 e Irfanview. Telescopio SW200/800, duplicatore di focale Vivitar, Nikon D300s.



Il grande cratere al centro è Copernicus, il mare più azzurro alla destra è il Mare della Tranquillità, quello rossastro più in alto è il Mare della Serenità.

Buona primavera a tutti, sperando porti cieli sereni ;-)

Marco

6 commenti:

Tiziana ha detto...

Molto interessante il tuo post, belle le immagini. Grazie come sempre Marco! Tiziana e Renzo

Marco Bruno ha detto...

Grazie Tiziana e Renzo. Colpa della pioggia, che stimola i post scientifici ;-)

Paolo Bozuffi ha detto...

Bravo Marco!
Paolo

Anonimo ha detto...

Grazie per i tuoi post,molto interessante,per non parlare della foto della luna...Si è sentita fino a rivalta la mascella che cadeva per terra??

Ancora complimenti!

Marco da Orbassano

Marco Bruno ha detto...

Ho provato a cambiare la risoluzione della foto della Luna. Un problema di blogger è che non si possono mettere immagini cliccabili per ingrandirle... o almeno non ho trovato il modo ;-)
E' un peccato, secondo me su un blog di astrofili le immagini dovrebbero essere alla massima risoluzione possibile, ma non ho ide adi cosa venga fuori se uno guarda la pagina con uno smartphone. Che ne dite?

Roberto O. ha detto...

Interessante il post sulla chimica lunare. non pensavo che con una semplice fotografia si potesse evidenziare la composizionedei mari.
Bravo Marco